Cerimonie commemorative a Torino e Bruxelles per non dimenticare le 39 vittime della finale di Coppa dei Campioni del 1985
“Una ferita che non trova modo di rimarginarsi, anche a distanza di 40 anni”. Con queste parole la Juventus ricorda sul proprio sito ufficiale la tragedia dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985 a Bruxelles, quando 39 persone persero la vita prima della finale di Coppa dei Campioni tra bianconeri e Liverpool.
LA MEMORIA COME DOVERE MORALE
Quattro decenni sono trascorsi da quella terribile serata in cui l’orrore ha preso il sopravvento sullo sport, creando uno spartiacque nella storia del calcio europeo. La società bianconera sottolinea l’importanza di mantenere vivo il ricordo come “unico modo per evitare che si possano rivivere dei momenti di terrore e sconcerto come quelli”.
Il convincimento espresso dalla famiglia juventina è chiaro: portare avanti “sempre, e per sempre, il ricordo indelebile e la memoria condivisa di chi si è ritrovato vittima di una tragedia senza logica in una giornata di festa trasformata in un incubo”. Parole che testimoniano come quella tragedia continui a far parte dell’identità della Juventus e dei suoi tifosi.
LE CERIMONIE A TORINO E BRUXELLES
Diverse le iniziative organizzate per commemorare il quarantesimo anniversario, sia in Italia che in Belgio. A Torino, presso lo Scalo Eventi in Strada della Continassa, è stata inaugurata questa mattina l’opera “Verso Altrove”, alla presenza di una delegazione bianconera guidata dal presidente Gianluca Ferrero e accompagnata dal Gonfalone ufficiale del club portato dai ragazzi del Settore Giovanile.
Contemporaneamente, a Bruxelles, Gianluca Pessotto, Football Teams Staff Coordination Manager della Juventus, ha partecipato all’omaggio alle vittime tenutosi allo stadio Re Baldovino (ex Heysel). Anche qui presente un gonfalone ufficiale del club bianconero, a simboleggiare la vicinanza della società.
Nel pomeriggio, il presidente Ferrero interverrà insieme alle autorità cittadine e regionali e ai rappresentanti dell’associazione “Quelli di via Filadelfia” alla cerimonia prevista nella biblioteca civica Italo Calvino di Torino. La giornata si concluderà con l’illuminazione della Mole Antonelliana, simbolo della città.
IL LIVERPOOL E IL NUOVO MEMORIALE
Anche il Liverpool ha voluto onorare la memoria delle vittime, annunciando la realizzazione di un nuovo memoriale commemorativo che verrà presentato nelle prossime settimane. Il monumento, ribattezzato “Forever Bound” (Per sempre legati), sarà adornato da due sciarpe – del Liverpool e della Juventus – annodate tra loro, “per simboleggiare l’unità e la solidarietà tra i due club e il legame forgiato attraverso il dolore condiviso e il rispetto reciproco”.
Sul monumento verranno iscritti i nomi delle 39 vittime, 32 delle quali italiane, con la scritta anche in italiano “In memoria e amicizia”. Il memoriale verrà collocato in un settore ancora da definire, “per offrire uno spazio più visibile e accessibile per la riflessione e il ricordo”.
ALTRI EVENTI COMMEMORATIVI
Il calendario delle commemorazioni proseguirà domani, venerdì 30 maggio, con l’evento “Heysel: 40 anni dopo. Il valore della memoria” al Museo del Calcio di Coverciano. Nel pomeriggio, a Castiglion Fiorentino, è prevista la presentazione del libro di Luca Serafini “La ragazza dai pantaloni verdi. Giusy, la Juve, l’Heysel”, che racconta la storia di una delle giovani vittime della tragedia.
La comunità calcistica internazionale si stringe così attorno al ricordo di quella che resta una delle pagine più buie della storia dello sport, con la speranza che dalla memoria possa nascere un futuro di maggiore consapevolezza. Clicca Qui per rivivere attraverso immagini e testimonianze esclusive il ricordo delle vittime e l’impegno per mantenere viva la loro memoria.
IL SIGNIFICATO DI UN ANNIVERSARIO
Quarant’anni sono sufficienti a far crescere una generazione intera di tifosi che non ha vissuto direttamente quel dramma, ma il ricordo dell’Heysel continua a essere tramandato come monito. L’eco di quella tragedia ha cambiato per sempre il modo di concepire la sicurezza negli stadi e ha posto le basi per una cultura sportiva più consapevole.
Come spesso accade nel mondo dello sport, dove anche elementi estranei al campo contribuiscono a costruire l’immagine e l’eredità degli atleti, così il ricordo dell’Heysel è diventato parte integrante dell’identità di Juventus e Liverpool, unendole in un legame di rispetto reciproco nato dalla condivisione di un dolore immenso.
Le parole pronunciate anni dopo da Michel Platini, capitano bianconero quella sera, risuonano ancora potenti: “Ho vinto tante coppe, ma quella dell’Heysel l’ho sempre nascosta. Non è un trofeo di cui andare fieri”. Un sentimento che racchiude il senso profondo di una commemorazione che va ben oltre il calcio, toccando le corde più intime dell’umanità.