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Modric e il Milan: quando il sogno diventa realtà

Il fuoriclasse croato torna dove tutto è iniziato nei suoi sogni di bambino

Le rughe sul suo viso raccontano storie di trionfi, sacrifici e resilienza. Luka Modric si presenta al Milan con la determinazione di chi, a quasi quarant’anni, non è venuto per una passerella d’onore ma per aggiungere un altro capitolo alla sua leggendaria carriera. Per il croato, l’approdo in rossonero rappresenta molto più di un semplice trasferimento: è il completamento di un cerchio iniziato nei difficili anni ’90, quando bambino giocava nel parcheggio di un albergo di Zara, rifugio della sua famiglia dopo che la guerra nei Balcani aveva distrutto la loro casa.

Dal sogno alla realtà

“Sono qui per vincere,” afferma con la sicurezza di chi ha alzato al cielo sei Champions League e collezionato 28 trofei complessivi. Dietro questa dichiarazione d’intenti si nasconde però un’emozione autentica, quella di chi da piccolo sognava di indossare proprio quella maglia, quella del Milan di Baresi, Maldini e Van Basten che dominava l’Europa mentre lui cercava di dimenticare gli orrori della guerra, inclusa la perdita del nonno, suo omonimo, ucciso dai serbi.

“Questo club non è fatto per la mediocrità,” sottolinea durante la sua conferenza stampa di presentazione. “Non bisogna accontentarsi della qualificazione alla Champions, è l’obiettivo minimo. Qui si deve lottare per i trofei, per questo sono venuto qui. Vincere è il mio obiettivo e deve esserlo per tutti.” Parole che risuonano come un manifesto programmatico, nonostante il Pallone d’Oro 2018 abbia firmato un contratto relativamente breve: un anno con opzione per un altro a 3,5 milioni netti.

L’esperienza al servizio della squadra

A settembre Modric compirà quarant’anni, un’età che inevitabilmente solleva interrogativi sulla sua tenuta atletica. Gli scettici, tuttavia, potrebbero ricredersi considerando che nella scorsa stagione ha disputato oltre 60 partite con il Real Madrid, con una media di 50 minuti ciascuna, senza incappare in infortuni significativi. Un’autonomia limitata, certo, ma compensata da una classe cristallina e da una leadership che il club spera possa essere contagiosa nello spogliatoio, come lo fu quella di Ibrahimovic nel 2020.

“Riportare lo scudetto come ha fatto Zlatan? Non vedo perché non potrebbe risuccedere, ne sarei felicissimo,” sorride il fuoriclasse, accompagnato dalla moglie Vanja e dai figli Ivano, Ema e Sofia. “Anche Ancelotti mi ha detto cose meravigliose su questo club. So che le aspettative nei miei confronti sono altissime. Non c’è problema. Raccolgo questa sfida. Oltre all’esperienza, porto passione e umiltà.”

Un jolly per Allegri

Nel progetto tattico di Massimiliano Allegri, Modric rappresenterà un prezioso jolly a centrocampo: regista, mezzala, anche trequartista all’occorrenza. Verrà gestito con attenzione, ma il suo ruolo sarà tutt’altro che marginale. “Allegri è un vincente, uno dei migliori al mondo, io lavoro per la squadra, solo insieme si ottengono risultati,” taglia corto Luka, descritto come straordinariamente motivato da chi gli è stato vicino in questi giorni.

Nei piani della dirigenza rossonera, il giovane Jashari potrebbe affiancare il croato, fungendo da “bodyguard” per compensarne i limiti fisici. Una soluzione che potrebbe ricordare quanto avviene nel mondo delle scommesse sportive, dove gli esperti di Grandwin Scommesse spesso analizzano come i tecnici riescano a creare combinazioni efficaci tra esperienza e freschezza atletica per massimizzare il rendimento della squadra.

Una doppia missione finale

Per Modric si profila una duplice sfida nell’ultima fase della sua carriera: riportare il Milan ai vertici del calcio italiano ed europeo e conquistare un posto per il Mondiale 2026, quando avrà 41 anni. “Ma ora penso solo al presente,” afferma con il pragmatismo di chi ha imparato a vivere giorno per giorno, mentre allo store in centro a Milano almeno mille tifosi attendono di incontrarlo.

L’effetto Modric, fuori dal campo, è già una realtà palpabile. L’entusiasmo che ha generato il suo arrivo ricorda quanto il calcio possa essere accessibile a tutte le età, come evidenziato nell’articolo su come iniziare a giocare a calcio in età adulta, dimostrando che la passione per questo sport non conosce limiti temporali, proprio come la carriera del fuoriclasse croato.

“Non sono venuto qui per fare la figurina,” sembra voler ribadire con lo sguardo intenso di chi ha vissuto, sofferto, viaggiato, lottato e vinto. Il bambino che scacciava gli incubi della guerra sognando il Milan è diventato un veterano con la maglia rossonera, pronto a dimostrare che anche nell’autunno della carriera, i campioni sanno ancora come si fa a vincere.

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