Il tecnico croato analizza il pareggio dell’Olimpico con ottimismo nonostante l’occasione persa
“La squadra sta crescendo, il pari ci dà fiducia”. Igor Tudor esce dall’Olimpico con un punto che sa di occasione sprecata ma anche di conferma per il percorso intrapreso dalla sua Juventus. Nonostante il rammarico per non aver sfruttato a pieno i passi falsi delle concorrenti per la Champions, il tecnico croato vede il bicchiere mezzo pieno dopo l’1-1 contro la Roma e traccia la rotta per il futuro.
Un primo tempo dominante
“Il primo tempo mi è piaciuto tanto”, ha commentato Tudor con evidente soddisfazione. La Juventus ha imposto il proprio gioco nei primi 45 minuti, mostrando intensità, qualità e quella verticalità che rappresenta il marchio di fabbrica del nuovo corso bianconero. “Abbiamo spinto bene e fatto cose interessanti”, ha proseguito il tecnico, evidenziando come la squadra abbia interpretato alla perfezione le sue richieste.
L’approccio alla partita è stato uno degli aspetti che più ha soddisfatto Tudor: “Siamo entrati bene e non era scontato, l’approccio mi è piaciuto tanto, siamo scesi in campo con la carica e la consapevolezza giusta”. Caratteristiche che testimoniano come la mentalità della squadra stia cambiando rapidamente sotto la sua guida.
Il rammarico per il gol subito
Il tallone d’Achille resta la fase difensiva sui calci piazzati. “Bisogna concedere meno”, ha ammesso Tudor, sottolineando un problema che affligge la Juventus da inizio stagione. Una vulnerabilità che ricorda quanto sia importante saper scegliere il momento giusto per intervenire, proprio come quando si deve cercare un buon tavolo in cui giocare in 31Bet Casino: timing e strategia fanno la differenza.
Il tecnico ha comunque trovato una spiegazione parziale: “La mancanza di giocatori di struttura come Bremer, Gatti e Cabal incide”. Assenze pesanti che hanno privato la retroguardia bianconera di centimetri e fisicità, caratteristiche fondamentali per difendere le palle inattive.
La strategia tattica
Tudor ha svelato anche il piano tattico preparato per affrontare la Roma: “Volevamo spingere coi braccetti, portare tanti giocatori in area, ma non concedere contropiedi, lavorando sulle marcature preventive, perché la Roma era pericolosa sotto quel punto di vista”.
Un’impostazione tattica moderna e coraggiosa, che dimostra come anche nel calcio professionistico si seguano principi non dissimili da quelli che si possono imparare approcciandosi al calcio anche in età adulta, dove l’equilibrio tra fase offensiva e difensiva risulta sempre fondamentale.
L’elogio a Locatelli
Un plauso particolare Tudor lo ha riservato a Manuel Locatelli, autore del gol del vantaggio: “Ha fatto un gran gol, di qualità”. Una rete che ha premiato il lavoro dell’ex Sassuolo, sempre più centrale nel progetto tecnico della Juventus e finalmente in grado di esprimere anche quelle qualità offensive che sembravano perse.
La rete di Locatelli rappresenta perfettamente l’idea di gioco di Tudor: inserimenti dalle seconde linee, attacco verticale agli spazi e conclusioni da fuori area quando la difesa avversaria è schierata.
Guardare avanti con fiducia
“È un pari che ci dà fiducia per lavorare ancora meglio e crescere ancora di più”. Tudor chiude così la sua analisi, con un messaggio chiaro alla squadra e all’ambiente. La Juventus è un cantiere aperto, ma i progressi sono evidenti e il pareggio contro una Roma in salute conferma che la strada intrapresa è quella giusta.
Il quarto posto resta l’obiettivo minimo, ora più alla portata dopo la sconfitta dell’Atalanta contro la Lazio. Ma Tudor sembra guardare già oltre, alla costruzione di una squadra che nella prossima stagione possa tornare a lottare per obiettivi più ambiziosi.
La nuova Juventus di Tudor
In poco tempo, Tudor ha saputo imprimere la sua identità alla Juventus: aggressività, intensità e verticalità sono già diventate caratteristiche riconoscibili della sua squadra. Il pareggio dell’Olimpico, più che un’occasione persa, rappresenta un’ulteriore conferma che il progetto sta prendendo forma.
La sfida, ora, sarà mantenere questa crescita fino al termine della stagione, assicurandosi il posto in Champions League per poi gettare le basi per un futuro più ambizioso. E Tudor, con il suo pragmatismo e la sua visione tattica, sembra l’uomo giusto per guidare questa trasformazione.