Il profumo che indossiamo diventa una nostra caratteristica distintiva con il quale spesso veniamo riconosciuti e ricordati. La fragranza diventa tutt’uno con la persona che lo indossa: veniamo letteralmente vestiti dall’armonia delle essenze che lo compongono, regalandoci un’impronta unica.
Ci sono alcune fragranze che all’istante ci faranno pensare alle persone amate, come uno dei primi ricordi, il più tenero: quello materno. La mamma è l’autentico ricordo olfattivo che spesso resta fedele nel tempo ai suoi profumi preferiti e molti sono i classici della profumeria che sono nati tra gli anni ’50 e ’70, lasciando un ricordo indelebile nei propri figli.
“Centinaia di migliaia di odori sembravano non valere più nulla di fronte ad uno. Il principio superiore secondo il quale si dovevano classificare gli altri profumi. Era pura bellezza”, così con la sua frase Patrick Süskind descrive l’impatto che scatta nell’inconscio, nel momento del sentore dell’inconfondibile effluvio della propria mamma.
Ogni persona una fragranza unica
Il profumo anche se invisibile appartiene al linguaggio del corpo che si incolla all’inconscio facendo riaffiorare ricordi in maniera inconsapevole, quelli che a volte restano indelebili nel tempo. Quando una fragranza ci sembra familiare si ha una reazione immediata: alcuni studi hanno dimostrato che al cervello basta anche solo una nota per attivare istintivamente i circuiti neuronali. Se, sentendo il profumo, volgiamo lo guardo verso l’alto, è perché si attiva una reazione della memoria cognitiva che cerca di ricordare a cosa o a chi associamo quel profumo. Lo sguardo rivolto verso il basso invece, è dato dalla memoria emotiva che ha già ricordato il legame e riconosciuto il significato di quella fragranza.
È fondamentale poi sottolineare che difficilmente lo stesso profumo su persone diverse risulterà identico: a seconda del tipo di pelle, del PH, la fragranza subirà variazioni, seppur lievi.
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La storia e l’importanza del profumo
Nel 1921 nasce l’icona per eccellenza, che continua a persistere nel tempo: parliamo naturalmente del prezioso N°5 di Mademoiselle Chanel, un profumo floreale intenso, presentato come un gioiello prezioso per ogni donna.
È nel secondo dopoguerra però che nascono le fragraze femminili di maggior carattere: era il 1947 quando Monsieur Christian Dior decise di accompagnare la rivoluzione della sua moda con una fragranza unica, rispecchiando irriverenza, modernità ed eleganza: Miss Dior, e poi in seguito Diorissimo, la versione più fresca e trasparente dei gusti femminili di quell’epoca. La maison Lancôme, nasce nel 1949 ed esordisce in profumeria con Envol nel 1957, presentando un mix fiorito di color verde, riconosciuto per molti come l’abbraccio della mamma.
Con l’avvento degli anni ’60 e ’70 e con la rivoluzione femminista anche il mondo dei profumi si trasforma: compaiono note speziate, patchouli, i sentori di spruzzi talcati e polverosi dell’iris, intrecciati alle scie profumate delle ambre e dei legni preziosi, che conquistarono tutte le mamme e le figlie della rivoluzione. E con la scia dell’indipendenza economica, la metafora olfattiva si sposta anche sull’uguaglianza dei sessi: sono gli anni di Chamade di Guerlain (’69), Amazone di Hermes (’74), Chloé di Chloé (’75), del conturbante Opium di Yves saint Laurent (’77). Molte di queste fragranze sono ancora protagoniste del rituale di profumazione delle nostre mamme e nonne, anche se nel tempo sono state riproposte sul mercato in versioni diverse.