Tra i tanti personaggi politici che spesso finiscono nei palinsesti tra gossip e scommesse (Sushicasino), Donald Trump continua a occupare la scena, non solo per le sue uscite controverse o per il seguito nelle elezioni presidenziali americane, ma anche per l’impatto concreto che le sue decisioni stanno avendo sul mondo economico. L’ultima minaccia — dazi fino al 50% sui prodotti europei — ha risvegliato la paura nei mercati, alternando momenti di apparente distensione a vere e proprie fiammate di tensione, capaci di far tremare le borse mondiali.
Trump e l’offensiva commerciale contro l’Europa
Con un messaggio pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che “non cerca un accordo” e che le trattative con l’Unione Europea “non stanno andando da nessuna parte”. Questo atteggiamento non è nuovo: da mesi l’Europa è nel mirino del tycoon, accusata di approfittare degli Stati Uniti attraverso un deficit commerciale “inaccettabile” e una lunga lista di barriere non tariffarie.
Il presidente americano ha usato parole durissime contro Bruxelles, sostenendo che l’UE sarebbe stata creata proprio per ottenere vantaggi commerciali dagli Stati Uniti. Tra le accuse: sanzioni aziendali, manipolazioni monetarie, barriere tecniche e “cause legali ingiuste” ai danni delle aziende americane.
Cosa sono dazi e sanzioni: una distinzione necessaria
Per comprendere appieno la portata della minaccia, è utile chiarire la differenza tra dazi e sanzioni. I dazi doganali sono imposte applicate alle merci importate e servono a proteggere il mercato interno o a correggere squilibri commerciali. Le sanzioni economiche, invece, sono misure restrittive adottate contro uno o più paesi per motivi politici, militari o umanitari, e includono blocchi commerciali, finanziari e tecnologici. Mentre i dazi possono essere strumenti di negoziazione economica, le sanzioni rappresentano una vera forma di pressione geopolitica.
La reazione dell’Unione Europea
Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha ribadito l’impegno dell’UE per una soluzione condivisa, sottolineando la volontà di trattare in buona fede. “Il commercio tra UE e USA non ha eguali — ha dichiarato — e deve essere guidato dal rispetto reciproco, non dalle minacce”. Bruxelles si dice pronta a difendere i propri interessi, ma senza cedere a ricatti.
Un bluff negoziale o un attacco reale?
All’interno della Casa Bianca, secondo alcune fonti, molti ritengono che la mossa di Trump sia un semplice strumento negoziale. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha cercato di giustificare l’offensiva: “Le proposte dell’UE non sono di qualità come quelle presentate da altri Paesi”, ha dichiarato, criticando anche la lentezza e la mancanza di coordinamento nei negoziati da parte dell’Europa.
Ma altri analisti sono meno ottimisti. L’economia americana — già gravata da un deficit elevato e da un downgrade del rating da parte di Moody’s — rischia essa stessa di risentire pesantemente di uno scontro commerciale con il suo secondo partner globale.
Le borse crollano: la reazione dei mercati
Le minacce hanno già avuto effetti devastanti sui mercati finanziari. Le principali piazze europee hanno chiuso in forte ribasso: Milano ha ceduto l’1,94% bruciando oltre 183 miliardi di euro. Anche Wall Street ha subito un contraccolpo, in particolare il titolo Apple, che ha perso oltre il 3% in apertura, equivalenti a circa 100 miliardi di dollari andati in fumo.
Il gigante tech, già preso di mira da Trump per la sua produzione esterna, rischia dazi al 25% se non sposterà parte della produzione in territorio americano. Una misura che, secondo molti, avrebbe un impatto meno disastroso rispetto all’ipotesi di un iPhone Made in USA, molto più costoso.
L’incertezza si allarga: gli altri fronti caldi
Il clima di tensione non riguarda solo l’UE. Anche altri partner commerciali degli Stati Uniti iniziano a mostrare insofferenza verso una strategia che sembra cercare solo concessioni unilaterali. Le trattative con alcuni Paesi asiatici, in particolare, stanno incontrando forti resistenze.
Secondo fonti riservate riportate dai media americani, “i termini proposti dagli Stati Uniti sono terribili” e inizia a emergere la convinzione che Washington non voglia realmente negoziare. La minaccia di Trump rischia quindi di minare l’intera rete di relazioni economiche internazionali.
Trump, Apple e l’arma del caos
Non è un caso che Trump abbia scelto di colpire contemporaneamente due colonne dell’economia occidentale: l’Unione Europea e Apple. L’ex presidente vuole mandare un segnale forte, ma nel farlo alimenta instabilità, sfiducia e volatilità. La sua linea d’azione, tutt’altro che prevedibile, si muove tra calcolo strategico e impulsi personali, facendo della comunicazione un’arma tanto potente quanto distruttiva. Altre notizie online da leggere…